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Tour de France 2018, partenza spettacolare con il Passage du Gois

1 Marzo, 2017 da NotizieCiclismo.it

Svelate ufficialmente le prime 3 tappe

E’ stato annunciato ufficialmente il percorso delle prime 3 tappe del Tour de France 2018. Si partirà dalla Vandea, sulla costa occidentale francese bagnata dall’Oceano Atlantico. Qui i corridori affronteranno il mitico Passage du Gois, una lingua di terra pavimentata che collega l’isola di Noirmoutier-En-L’Ïle con la terraferma e che viene  sommersa due volte al giorno dalla marea dell’Oceano. Il direttore di corsa Christian Prudhomme ha spiegato: “Questo passaggio incredibile e unico al mondo sarà la prima immagine che la gente vedrà guardando il Tour de France alla televisione “.

Magia e insidie

I primi 195 km si snoderanno da  Noirmoutier-En-L’Ïle fino a Fontenay-le-Comte, in prevalenza lungo la costa: frazione dedicata ai velocisti ma attenzione al vento e ai possibili ventagli. Il Tour, come è noto, si decide anche con questi dettagli. Il Passage du Gois non dovrebbe rappresentare problemi visto che è inserito alla partenza: il selciato di 4 km avvolto dalla magia ha ospitato la partenza già nel 2011, nell’edizione vinta da Cadel Evans. Venne inserito anche nel mezzo della seconda tappa del Tour 1999, quando risultò letale: il gruppo si spezzò in seguito ad una caduta dovuta alla sua superficie scivolosa, molti corridori finirono in mare e Zulle perse il Tour. All’epoca furono indimenticabili le parole di Boogerd: “Chi è il pazzo che ci ha mandato su una strada nel mare?”.

Cronosquadre

La seconda tappa sarà ancora dedicata ai velocisti, con i 185 km da La Roche-Sur-Yon a Mouilleron-St-Germain. Il terzo giorno invece è già uno di quelli decisivi: cronosquadre di 35 km con partenza e arrivo da Cholet. Tutte le prime tappe saranno dunque in Vandea, compresa la partenza della quarta, da La Baule, di cui ancora non si conosce l’arrivo.

 

Giro d’Italia, Van Garderen: “E’ adatto a me”

28 Febbraio, 2017 da NotizieCiclismo.it

Tejay vuole lasciare il segno alla prima partecipazione

Van Garderen guarda con fiducia al prossimo Giro d’Italia dopo un discreto Abu Dhabi Tour. Per l’americano 28enne della Bmc, che ha sempre puntato sul Tour e la Vuelta, si tratterà della prima partecipazione alla Corsa Rosa. Debuttare nella storica edizione numero 100 spingerà ancora di più l’americano ad entrare nel cuore degli italiani. I dubbi su di lui però sono tanti: ha dimostrato di avere sempre qualcosa in meno rispetto ai grandi interpreti delle corse a tappe e gli ultimi due anni sono stati deludenti, con ritiri e cadute.

Motivazioni

Tejay può puntare sull’entusiasmo e l’effetto sorpresa della prima volta. E per uno che ha due quinti posti al Tour in carriera la speranza di correre un Giro da protagonista è più che legittima. Attraverso le dichiarazioni raccolte da Cyclism’Actu, ha spiegato i motivi della scelta: “Dopo l’anno scorso è chiaro che Porte sarebbe stato il nostro leader al Tour. Se volevo giocare le mie carte in un grande giro dovevo guardare altrove. Ho avuto modo di scegliere tra Giro e Vuelta e ho optato per il primo. Il percorso infatti si adatta a me, con molte salite e un alto numero di chilometri a cronometro”.

Nuova esperienza

Van Garderen sa che il Giro è duro ma che senza Froome ci sono più spazi e incertezza: “Sicuramente è interessante. Non ho mai corso il Giro quindi è difficile da dire. Ma non credo che sia lo stesso del Tour, ci possono essere più opportunità. Io non ho paura perchè so di aver lavorato bene quest’inverno”. Staremo a vedere, se alla prima esperienza sarà un Wiggins o un Quintana.

Bahrain-Merida, Nibali capitano alle Strade Bianche

28 Febbraio, 2017 da NotizieCiclismo.it

Ufficiali gli 8 che saranno al via sabato: c’è anche Visconti

Alle Strade Bianche quest’anno il gioco si fa sempre più serio: inserita nel WorldTour, è una corsa talmente bella e amata che sembra già avere il fascino delle grandi Classiche e tutti la vogliono vincere.  Il team Bahrain-Merida ha presentato la squadra che darà l’assalto allo sterrato sabato 4 marzo: Nibali capitano con Visconti in appoggio. I due proveranno a regalare un’altra vittoria all’Italia, che in dieci edizioni ha vinto solo nel 2013 con Moreno Moser.

Le scelte

Alla partenza da Siena, a supporto di Nibali e Visconti, ci saranno Manuele Boaro, Ondrej Cink, Ivan Garcia Cortina, Domen Novak, David Per e Kanstantin Siustou. Il direttore sportivo Alberto Volpi ha spiegato: “Sono sicuro che abbiamo una squadra eccellente, con alcuni di questi ragazzi molto ben adatti al percorso difficoltoso e particolare. Il nostro obiettivo è quello di avere più uomini nel finale per aiutare il nostro capitano Nibali”.

Come la Roubaix

Dopo aver incantato sul pavè, Nibali è convinto di poter dire la sua anche nella campagna toscana, dove il percorso lascia spazio alla fantasia: “E’ una gara che mi piace molto. Sembra una classica del Nord Europa con molte opportunità di attaccare. E’una gara molto dura ma allo stesso tempo affascinante”. Gli fa eco il bielorusso Siutsou, che apprezza il carattere estremo della corsa: “E’ una Parigi-Roubaix in Toscana. Sei sempre al limite, è una gara per vedere chi resiste di più.  Mi piace, l’unico problema potrebbe essere la pioggia che rende le strade sterrate pericolose”.

Kuurne-Bruxelles-Kuurne, Trentin: “Non sono ancora un corridore top”

27 Febbraio, 2017 da NotizieCiclismo.it

Il sogno del trentino è sfumato contro un Sagan troppo forte

Matteo Trentin non è riuscito a spezzare la maledizione della Kuurne, che in 69 edizioni non ha mai visto vincere un italiano. Il 27enne della Quick-Step Floors, complice la mancata partenza di Boonen, ha avuto carta bianca e non ha certo deluso le aspettative. Si è inserito nella fuga giusta e ha corso da vero capitano nella speranza di conquistare la seconda classica prestigiosa in carriera, dopo la Parigi-Tours vinta nel 2015. Il sogno si è infranto quando ha tentato di anticipare tutti nello sprint ristretto: un anticipo forse esagerato, nel tentativo di sorprendere Sagan che sarebbe stato superiore negli ultimi 300 metri:  “Volevo vincere ma oggi Sagan era il più forte, questo lo sapevano tutti”. Alla fine si è dovuto accontentare della quinta piazza.

Effetto sorpresa

Trentin ha difeso la sua scelta, senza rammarico: “Ho provato a partire facendo una mossa che nessuno si aspettava. Sfortunatamente non ha funzionato però alla fine di questo week-end posso dire che sono soddisfatto della mia condizione. E’ il primo anno che ho fatto due giorni di fila Omloop e Kuurne.” Il bicchiere è mezzo pieno, nonostante l’amaro piazzamento che segue il quarto posto del Laigueglia: “Quello che ho fatto mi rende orgoglioso delle tante ore di lavoro durante l’inverno e mi dà rinnovata fiducia per il futuro”.

Consapevolezza

L’obiettivo ora è arrivare al top per l’inizio di aprile: “So che sto bene ma questo non vuol dire nulla. Sicuramente voglio migliorare ancora dopo la Tirreno e vedremo come sarà la condizione. Per il momento sono contento ma non sono al 100%”.
Trentin si farà trovare pronto per aiutare Boonen nella Roubaix ma anche per ritagliarsi il suo spazio sul pavè, perchè ha dimostrato di meritarlo. Senza troppi voli pindarici e con grande umiltà: “Probabilmente sono ancora un passo indietro dall’essere veramente un corridore top. Sto lavorando duramente con grande concentrazione e spero un giorno di diventarlo”.

Sagan e la vendetta di Kuurne: “Posso migliorare ancora”

27 Febbraio, 2017 da NotizieCiclismo.it

Lo slovacco dimentica subito la Omloop Het-Neuwsblad e regala il primo successo al suo nuovo team

Il messaggio di Peter Sagan a Van Avermaet e agli altri avversari è chiaro: io ci sono e non ho intenzione di mollare niente. La vittoria della 69 ª Kuurne-Bruxelles-Kuurne è un’immediata rivincita sul campione olimpico, la dolce vendetta dopo la delusione di sabato. Lo sprint a ranghi ridotti gli regala la 90° vittoria in carriera, la prima della BORA-hansgrohe come squadra WorldTour: “Sono contento di questa vittoria, per me e per la squadra. Oggi mi sentivo bene”.

Lavoro di squadra

Il bicampione del mondo si è inserito nella fuga giusta, azzeccando la tattica contro una Bmc che  si è addormentata perdendo l’attimo. Lo slovacco ha ringraziato per prima cosa i suoi compagni, da grande capitano che vuole costruire subito il giusto feeling: “ Ringrazio il team perché hanno fatto un buon lavoro sul Kwaremont. Tutta la squadra ha tirato per me. Sono molto contento dei ragazzi perché hanno lavorato bene anche quando io ero in fuga.”

Il penta-sprint

Accusato spesso di gestirsi male e di fare mosse avventate, Sagan questa volta ha avuto la pazienza giusta, controllando il gruppetto: “E’ stato uno sprint un po’ lento. Trentin ha attaccato presto e sono andato a prenderlo. Abbiamo poi rallentato molto ai 500 metri. Allora ho pensato che partendo dai 250 avrei avuto la giusta spinta.”  Ed è andata bene.

La condizione

Le sfide sono appena iniziate, questo è stato soltanto un buon antipasto prima delle grandi classiche: “Posso ancora migliorare e crescere di condizione. Gli obiettivi sono Strade Bianche, Tirreno e classiche. Sono felice di aver scelto queste corse”.

Riassunto di un Agosto ciclistico pieno di emozioni

7 Settembre, 2016 da NotizieCiclismo.it

Farà ancora caldo, di questo ne siamo certi, ma l’estate 2016 ci abbandonerà lentamente con il suo carico di sogni ed emozioni.

Ci eravamo lasciati con un tour che dire noioso era un eufemismo. Ora la stagione ciclistica approda nei 2 mesi conclusivi, con ancora parecchio da dire e da regalare. La mente però, in queste sere di settembre, non può non tornare a quella Rio bella e tragica per i colori italiani. Quel 6 agosto è stata una gara dura e spettacolare più delle 20 tappe del tour, con meno uomini a disposizione delle squadre e senza radioline. Profumo di ciclismo antico, brividi e pelle d’oca.

Ma il ciclismo antico è anche drammi e bestemmie. E il dramma è toccato a noi.

La possibile medaglia che svanisce e Nibali che subisce la legge del contrappasso: al giro era toccato a Kruijswijk precipitare negli inferi, qui invece è il destino cinico e baro che punisce i troppi rischi presi dal siciliano in quella maledetta discesa. La caduta manda in frantumi le speranze del team di Cassani, che aveva offerto una prova praticamente perfetta, e pone di fronte a Vincenzo il volto orripilante e insensibile dello sport e del ciclismo: sacrifici, rinunce e allenamenti per rincorrere un sogno che svanisce in un attimo. E così l’Olimpo se lo prende il Belgio, paese ciclistico per eccellenza, attraverso un ragazzo di una classe incredibile che aveva sempre collezionato piazzamenti e a cui l’infortunio di inizio anno aveva tolto la sua ragion d’essere: le classiche. Ma questo oro per Van Avermaet è la rivincita di una vita, il giusto riconoscimento per il suo talento. E pazienza se Majka subisce la più terribile delle pene: vedersi raggiunto a pochi metri dal traguardo dopo aver sognato l’impresa della carriera.

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A far esplodere di gioia i cuori italiani, sull’asfalto carioca, ci pensa il bronzo di Elisa Longo Borghini: una corsa magistrale delle nostre donne finalizzata con tenacia e intelligenza dalla piemontese, che ha un futuro più che roseo di fronte a sé. Ma i momenti da pelle d’oca dovevano ancora arrivare: e così si vede Cancellara, all’ultima gara della sua vita, che si prende la cronometro olimpica spazzando la concorrenza, contro ogni, pronostico, con una prova leggendaria. Ma d’altronde lui lo è, una leggenda. Tutto questo nel dramma di Castroviejo, un corridore straordinario che ha visto ancora una volta la medaglia volare via per un soffio di vento.

A mandarci in paradiso e a ridare vigore ad una disciplina bistrattata e sempre più dimenticata nel nostro paese è stato Elia Viviani: il suo è un oro storico da ricordare in eterno, acciuffato ai danni di un gigante come Cavendish e che lo incorona tra i re mondiali della pista grazie al poliedrico omnium. Tutto quello che questo ragazzo non ha fino ad ora saputo regalarci sul bitume ce lo ha restituito con gli interessi nel velodromo sotto il cristo redentore. E ora, come ha dichiarato lo stesso veronese, l’obiettivo è smetterla con lo sdoppiamento difficoltoso alla Jekyll/Hyde e concentrare tutto se stesso nel migliorarsi su strada.

Poi è arrivata l’amarezza con la bellissima mountain bike

Sagan e Marco Aurelio Fontana, strepitosi e indiavolati, forano sul più bello e addio sogni di gloria. Sembrava tutto finito ma poi è arrivata la Vuelta. Signori che roba.

Contador inizia come al solito quest’anno, con sfiga e scarsa brillantezza. Allora i pistoleri del far west li fanno Quintana e Froome: botte come i pugili, colpo su colpo ogni volta che la strada sale. Con il colombiano che si risveglia dal sonno di mezza estate e mette in difficoltà il frullatore, attaccando come non mai, da solo o insieme alla meravigliosa fantasia di Contador. Il kenyano bianco è sempre straordinario, resiste e risponde ma è meno brillante e a volte, tra le tante asperità, paga dazio, insieme alla sua squadra.

Così Nairo ora si ritrova con le mani sul trono di Spagna, in vista dell’ultima settimana.

E con le perle di Conti e Brambilla le ruote continuano a girare spedite verso l’autunno, perché lo spettacolo del ciclismo non si ferma mai.

Articolo a cura di Daniele Gastaldi

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