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Giro d'Italia

Prima tappa del Giro d’Italia Che sorpresa!

5 Maggio, 2017 da NotizieCiclismo.it

Incredibile e clamoroso epilogo nella prima tappa del Giro d’Italia 2017.

#Giro100 l Lukas Postlberger (@BORAhansgrohe) remporte en finisseur la 1e étape du Giro.

(Via @lachainelequipe)pic.twitter.com/E91hAP5qsn

— La GazetteDes Sports (@GazetteDesSport) 5 maggio 2017

Contador, Giro 2018: “Probabilmente tornerò”

1 Marzo, 2017 da NotizieCiclismo.it

Dopo l’Abu Dhabi Tour il Pistolero annuncia il suo possibile ritorno

Dopo la fine dell’Abu Dhabi Tour Alberto Contador ha rivelato a Cyclingnews che molto probabilmente tornerà a correre il Giro d’Italia nel 2018. Il 34enne di Madrid, che quest’anno si concentrerà sul Tour, conferma l’amore e il rispetto che in questi anni ha mostrato verso la Corsa Rosa: ” Non so se questo sarà il mio ultimo Tour. Ma so che ci sono tante altre corse oltre al Tour e che il Tour è solo un’altra corsa. Il fatto che sia  la più importante per sponsor e media non significa che sia l’unica che mi piaccia. E’ abbastanza probabile che farò il Giro 2018″.

Modo di correre

L’intervista è stata anche l’occasione per rivendicare la bontà delle sue tattiche in corsa: è uno dei pochi rimasti nel panorama mondiale capaci di dare spazio alla fantasia e all’istinto con azioni da ciclismo del passato. E forse a Contador ormai piace più essere il gladiatore che conquista la folla che la semplice vittoria: ” Ovviamente sono un professionista e contano i risultati ma l’autenticità e il correre con stile sono più importanti di vincere. La gente si ricorda meglio e dà più valore ad un’azione coraggiosa o a un’attacco da lontano piuttosto che a un trofeo in bacheca vinto senza emozionare”.

Nuova squadra per il Tour

Ha lasciato dopo 5 anni la Tinkoff ( prima Saxo-Bank) e ora è pronto ad andare all’assalto del suo terzo Tour de France con la Trek-Segafredo, squadra con importante sponsor italiano e con Mollema e il nuovo acquisto Pantano pronti ad aiutarlo. Se qualcuno aveva dubbi sull’ambientamento lui li ha smentiti subito: “E’ incredibile che siamo a febbraio e sembra che siamo compagni di squadra da anni. C’è un bellissimo rapporto tra i corridori e io mi sento più rilassato. Se pensassi di non avere una chance di vincere il Tour non sarei alla partenza”.

Giro d’Italia, Van Garderen: “E’ adatto a me”

28 Febbraio, 2017 da NotizieCiclismo.it

Tejay vuole lasciare il segno alla prima partecipazione

Van Garderen guarda con fiducia al prossimo Giro d’Italia dopo un discreto Abu Dhabi Tour. Per l’americano 28enne della Bmc, che ha sempre puntato sul Tour e la Vuelta, si tratterà della prima partecipazione alla Corsa Rosa. Debuttare nella storica edizione numero 100 spingerà ancora di più l’americano ad entrare nel cuore degli italiani. I dubbi su di lui però sono tanti: ha dimostrato di avere sempre qualcosa in meno rispetto ai grandi interpreti delle corse a tappe e gli ultimi due anni sono stati deludenti, con ritiri e cadute.

Motivazioni

Tejay può puntare sull’entusiasmo e l’effetto sorpresa della prima volta. E per uno che ha due quinti posti al Tour in carriera la speranza di correre un Giro da protagonista è più che legittima. Attraverso le dichiarazioni raccolte da Cyclism’Actu, ha spiegato i motivi della scelta: “Dopo l’anno scorso è chiaro che Porte sarebbe stato il nostro leader al Tour. Se volevo giocare le mie carte in un grande giro dovevo guardare altrove. Ho avuto modo di scegliere tra Giro e Vuelta e ho optato per il primo. Il percorso infatti si adatta a me, con molte salite e un alto numero di chilometri a cronometro”.

Nuova esperienza

Van Garderen sa che il Giro è duro ma che senza Froome ci sono più spazi e incertezza: “Sicuramente è interessante. Non ho mai corso il Giro quindi è difficile da dire. Ma non credo che sia lo stesso del Tour, ci possono essere più opportunità. Io non ho paura perchè so di aver lavorato bene quest’inverno”. Staremo a vedere, se alla prima esperienza sarà un Wiggins o un Quintana.

Michele Scarponi, colui che ha fatto la differenza!

31 Maggio, 2016 da NotizieCiclismo.it

Quando si dice che il ciclismo è uno sport individuale non si è capito niente.

La dimostrazione ce l’ha data proprio questo ultimo Giro d’Italia, dove Steven Kruijswijk si è trovato senza squadra nel momento decisivo e ha perso la corsa Rosa.

Nibali, da parte sua, ha potuto riacciuffare questa 99esima edizione grazie a tutto il team Astana: in particolare a Michele Scarponi. A quasi 37 anni l’Aquila di Filottrano si è rivelato uno splendido esempio di dedizione alla causa, di amicizia e professionalità.

Li abbiamo visti insieme sul traguardo di Torino, con Vincenzo che alzava orgoglioso il braccio di Michele in segno di vittoria, quasi a voler dire “questa vittoria è anche sua, riconoscetelo!”.
Perchè Nibali sa bene che senza il prezioso aiuto di Scarponi non ce l’avrebbe mai fatta: il marchigiano, da ex vincitore del Giro, si è messo a completa disposizione del capitano, proprio come Basso l’anno scorso per Contador.

Ha rinunciato a concrete possibilità di fare classifica, ha rianimato e sostenuto Vincenzo nei momenti di sconforto, ha scremato il gruppo dei migliori con le frustate in montagna, ha aspettato Nibali rinunciando alla vittoria di tappa per poi condurlo verso Risoul, ha sempre cercato di resistere e di rientrare nei momenti di difficoltà.

Questo vuol dire fare il gregario.

Una bella dimostrazione a chi, quando sente questa parola, pensa solo al ciclista scarso che porta le borracce e si stacca sui cavalcavia.

E invece Scarponi è stato il gregario, quello con la G maiuscola: un esempio di estrema fedeltà e atletismo.

Michele Scarponi, numeri da capogiro sui social

Tutto questo è arrivato a tutti voi, raggiungendo in un post che gli abbiamo dedicato sulla nostra pagina Facebook, quasi 10.000 mi piace e numerosi commenti di stima, numeri da capogiro a dimostrazione di quanto gli italiani abbiano apprezzato il lavoro di Michele e di quanto la figura del gregario sia amata e rispettata a differenza di quel che si possa erroneamente pensare.

Qui in basso il post in questione

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per concludere vi diciamo che abbiamo mantenuto la nostra promessa e siamo riusciti a far vedere il post a Michele che non perderà occasione per ringraziarvi tutti!

Grazie per le emozioni Michele!

La nostra pagina Facebook

 

Si ringrazia Daniele Gastaldi per aver collaborato alla stesura dell’articolo.

Le pagelle del Giro2016, Nibali: 5,5

30 Maggio, 2016 da NotizieCiclismo.it

Il Giro delle sorprese, lo ricorderemo tutti così, un inizio lento ma grandi colpi di scena nel finale, belle emozioni che solo i grandi giri sanno dare

Vincenzo Nibali : 5,5

Andremo un pò contro corrente ma il nostro voto per il vincitore della maglia rosa è appena sotto la sufficienza, Vincenzo ha cominciato malissimo il Giro, Nibali non ha gamba, Nibali è sopravvalutato e non è più lo stesso e non fosse stato per Scarponi non sarebbe mai arrivato dov’è arrivato…. continua a leggere in basso

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Scherziamo! Quelle in alto non sono assolutamente nostri pensieri bensì erano i commenti che leggevamo sulla nostra pagina Facebook, in molti non sono stati carini con chi ha dimostrato di essere ancora il numero 1.

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Abbiamo sempre sostenuto Vincenzo anche nei momenti di difficoltà più grandi e troviamo la sua vittoria,un impresa EPICA!

Ecco le pagelle (quelle vere) del Giro2016

Vincenzo Nibali: grandissimo, più forte delle critiche e delle iniziali difficoltà. La sua impresa fa gioire i tifosi, piace a tutti i tifosi di ciclismo in generale, e anche i (pochissimi) italiani a cui Nibali non piace devono ammettere che ha fatto qualcosa di straordinario, epocale. Adesso lo aspettiamo al Tour!
Voto: 10

Michele Scarponi: siamo qui in presenza di un fuoriclasse assoluto, bravo finché ce l’ha fatta a far classifica, e che ora si è trasformato in un gregario eccezionale. Sempre presente quando è servito, è stato disposto a fermarsi quando gli è stato ordinato. Dopo il Giro del 2011 (vinto però a tavolino) un altro capolavoro del marchigiano, sinonimo di simpatia e professionalità.
Voto: 10

Astana: non è un caso che Nibali, appena dopo l’arrivo di ieri, abbia voluto ringraziare pubblicamente tutti i suoi compagni. La squadra si è difesa benissimo e gli è stata accanto per aiutarlo nella sua rimonta.
Voto: 9

Esteban Chaves: il suo sorriso ha conquistato tutti, così come la sua sportività alla fine. Ma oltre ad essere un grande uomo è anche un gran corridore: vince la tappa regina, veste la maglia rosa, cede a uno straripante Nibali solo nel finale e coglie un gran bel 2º posto complessivo.
Voto: 9

Alejandro Valverde: due obiettivi si era prefissato all’inizio del Giro, il podio è una vittoria di tappa. E inoltre dimostra di avere una classe infinita, che veramente pochi possono vantare. Immenso.
Voto: 9

Steven Kruijswijk: bravo e sfortunato, come Zakarin. I suoi sogni di vittoria si schiantano con lui su quel muro di neve. Prima della caduta, la dimostrazione di una supremazia incontrastata; dopo la caduta, la grande lotta di un leone ferito.
Voto: 9

Diego Ulissi: gran bel Giro per il livornese, che vince due tappe e coglie anche un sorprendente 4º posto a Risoul.
Voto: 8,5

Mikel Nieve: una tappa e la maglia azzurra finale: un bel bottino, per uno che al Giro non doveva neanche venire. Molto bravo, speriamo di rivederlo su queste strade.
Voto: 8+

Giulio Ciccone: è nata una stella? Sarà la strada a dircelo, però quello che possiamo dire è che questo ragazzo si è reso protagonista di una grande impresa che lo ha portato a vincere una tappa alla sua prima partecipazione alla corsa rosa. Bravo!
Voto: 8

Bob Jungels: gran bella prestazione per il lussemburghese, che vince la maglia bianca e chiude 6º dopo aver vestito anche la maglia rosa.
Voto: 8

Gianluca Brambilla: ottimo Giro anche per lui: vince una tappa, ne fa vincere una a Trentin, indossa la maglia rosa e lotta sempre.
Voto: 8

Matteo Trentin: ottimo Giro anche per lui: conquista una tappa, si butta sempre negli sprint ed è un grande uomo-squadra.
Voto: 8

Primoz Roglic: una delle belle scoperte di questo Giro, sfiora il successo nel prologo e la prima maglia rosa, e vince la crono in Chianti.
Voto: 8

Ilnur Zakarin: bravo e sfortunato. Ottimo nei primi giorni, cade nella crono e gli sfugge la maglia rosa. Poi una serie di buone prestazioni (soprattutto ad Andalo) fino alla rovinosa caduta scendendo dal Colle dell’Agnello.
Voto: 7,5

Darwin Atapuma: tutto sommato un buon Giro quello del colombiano, che ha sfiorato due volte la vittoria (a Corvara e a Sant’Anna di Vinadio) e ha ottenuto un ottimo 9º posto finale.
Voto: 7

Alexander Foliforov: spesso in fuga, lascia il segno vincendo la cronoscalata.
Voto: 7

Daniel Oss: in un Giro non eccezionale per la sua squadra, riesce a vincere il premio dei chilometri in fuga ed è protagonista provandoci sempre.
Voto: 7

Moreno Moser: stesso discorso, anche qui un talento che prova a riemergere e arriva vicino alla vittoria, che gli sfugge per un pelo nella “morsa” degli Etixx.
Voto: 7

Tim Wellens: vince una tappa e tiene la maglia azzurra qualche giorno, tutto sommato buona prestazione.
Voto: 7

Nikias Arndt: vince la tappa finale per la squalifica di Nizzolo, e dimostra un discreto talento per le volate.
Voto: 7

Rein Taaramae: vince la tappa che sarà ricordata da tutti come quella della definitiva rimonta di Nibali, e fa un bel gesto dedicando la vittoria a Zakarin.
Voto: 7

Giacomo Nizzolo: ancora nessuna vittoria, e la beffa della squalifica nell’ultima tappa. Un’ altra meritatissima maglia rossa per uno dei pochi velocisti che onora la corsa rimanendo in gara fino alla fine. La vittoria arriverà, prima o poi, come diretta conseguenza del suo impegno.
Voto: 7

Roger Kluge: un bello squillo che dà un senso al Giro della Iam.
Voto: 7

Joseph Lloyd Dombrowski: non lascia il segno, ma si fa notare per le sue fughe. Forse, un talento ritrovato.
Voto: 6,5

Kanstantsin Siutsou: era da anni che non vedevamo il bielorusso a questi livelli. È spesso con i migliori e coglie un ottimo 10º posto finale.
Voto: 6,5

Andrey Amador: sfiora una tappa ad Asolo, veste la maglia rosa e dimostra doti fuori dal comune in discesa. Parte bene anche in salita ma poi soffre.
Voto: 6,5

Fabian Cancellara: anche lui sfortunato, ma anche se sta male si piazza nei primi 10 nel prologo e nella crono in Chianti. Costretto al ritiro, ha dato il massimo per provare a lasciare il segno.
Voto: 6,5

Stefano Pirazzi: è mancato l’acuto, ma questo corridore si è difeso bene in salita (è stato 18º finale) e ha provato fino all’ultimo a vivacizzare la corsa.
Tuttavia ci si poteva aspettare di più.
Voto: 6

Marcel Kittel: per le tappe olandesi si meriterebbe un 10, per le tappe italiane un 4, non essendo mai stato protagonista ed essendosi ritirato presto (anche se per un’indisposizione). La media farebbe 7, ma non diamo più di 6 visto che, come tanti altri, non ha onorato a dovere la corsa rosa.
Voto: 6

Sacha Modolo: si piazza spesso ma non trova la vittoria, anche se ci prova sempre.
Voto: 6

Giovanni Visconti: spesso presente nelle fughe, non vince ma più volte ci va vicino.
Voto: 6

Damiano Cunego: si prefissa un obiettivo alla sua portata come la maglia azzurra. Va vicino alla vittoria a Sestola, lotta come un leone ma non ha le gambe dei migliori e deve cedere la maglia a Nieve. Per l’impegno si merita la sufficienza.
Voto: 6

Giacomo Berlato: il “ragazzo in fuga” parte benissimo con due buone fughe in Olanda, poi punta al premio per il maggior numero di chilometri in fuga, aiuta Cunego sul Pordoi ma è costretto a cedere per una crisi di fame. Speriamo di rivederlo presto a lottare.
Voto: 6

Rafal Majka: un buon 5º posto finale, anche se alla partenza e considerato il ritiro di Landa avrebbe potuto sperare in qualcosa in più.
Voto: 6

Tom Dumoulin: l’olandese parte benissimo, con la prima maglia rosa e una gran prova a Roccaraso. Poi cede sull’Alpe di Poti, si riscatta in parte nella crono in Chianti, crolla definitivamente nella tappa di Sestola e si ritira il giorno dopo. Il suo non è ancora un Giro sufficiente.
Voto: 6-

Sonny Colbrelli: qui è mancata una vittoria di tappa, anche se bisogna dire che ci ha provato. Ma considerate le sue ambizioni il suo Giro è insufficiente.
Voto: 5,5

Rigoberto Uran: Giro deludente per “Rigo”, sempre molto simpatico ma da un paio di anni non più all’altezza dei migliori. Dà qualche segno di ripresa solo nell’ultima tappa dura.
Voto: 5,5

Arnaud Demare: più volte piazzato, non trova la vittoria
e si ritira nel tappo e dolomitico.
Voto: 5,5

André Greipel: qui invece no ci sono giustificazioni. Non si può andare al Giro avendo già programmato di ritirarsi, perché “il Giro è il Giro e il Tour è il Tour”.
Un atteggiamento indecoroso per un ciclista professionista, e anche se per ciò che ha fatto vedere si meriterebbe un gran voto, per l’atteggiamento non gli diamo la sufficienza.
Voto: 5,5

Ryder Hesjedal: non ha il passo dei migliori, e si vede fin da subito. Si poteva pensare in una crescita nella terza settimana, come l’anno scorso, ma si ritira prima di poter dire la sua.
Voto: 5,5

Filippo Pozzato: manca l’acuto, e oggettivamente ci prova solo una volta. Ma forse ha ancora qualcosa da dare.
Voto: 5,5

Davide Formolo: molto deludente. Ci si aspettava un’esplosione definitiva e invece non è mai protagonista. Un passo indietro, ma forse l’appuntamento con l’esplosione ciclistica è solo rimandato.
Voto: 5

Caleb Ewan: forse sarebbe stato lecito aspettarsi qualcosa di più da questo giovane sprinter australiano che non trova la vittoria, ottiene il suo miglior risultato a Bibbione (2º), fa polemica contro Greipel e si ritira come lui.
Voto: 5

Domenico Pozzovivo: davvero un Giro deludente per il piccolo scalatore lucano, mai protagonista, forse anche per qualche problema fisico. La crisi definitiva arriva nell’ultima tappa dura, nella quale scivola in classifica in 20ª posizione. Male male.
Voto: 4

Mikel Landa: non benissimo nella prima settimana, sorprendente nella crono, si ritira prima che la battaglia vera e propria cominci. Anche qui molta sfortuna, lo vedremo al Tour?
Voto: senza voto

@Michele Gaiffi

[VIDEO] Highlights 21° Tappa

28 Maggio, 2016 da NotizieCiclismo.it

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